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  untitled  Dopo Max20 e il relativo tour, sul web erano iniziate a diffondersi le voci più disparate circa addirittura il ritiro dalle scene musicali di Max Pezzali, ma ecco che giusto in tempo per l’estate il cantante pavese torna con  un nuovo album Astronave Max. Uscito ad inizio giugno l’album ha stentato parecchio: in classifica (meno di 25000 copie venduta in 2 mesi, disco d’oro ancora da agguantare…) nonostante una buona promozione e una certa presenza di Max in radio e negli store. Perciò noi de L’AltraPagina ci siamo detti: diamogli un ascolto e cerchiamo di capire se le ragioni di un flop di questo livello sono fondate o meno.

Prodotto dagli storici collaboratori di Max (Claudio Cecchetto e Pier Paolo Peroni a cui si aggiunge per l’occasione Davide Ferrario) l’album vede la partecipazione di due guest star: Syria (in Fallo tu) e il bassista Saturnino (in Ogni giorno una canzone). L’album è già nato senza i migliori auspici: copertina cambiata all’ultimo minuto visto il terribile artcover proposto all’inizio (ma purtroppo conservata all’interno del booklet e che potete vedere più in basso).

Nel dettaglio il disco comprende:

  1. È venerdì
  2. La prima in basso
  3. Superstar
  4. Sopravviverai
  5. I fiori nel deserto
  6. Col senno di poi
  7. Niente di grave
  8. Generazioni
  9. L’astronave madre
  10. Fallo tu
  11. Come Bonnie e Clyde
  12. Ogni giorno una canzone
  13. Il treno
  14. Astronave madre (Tema)

max-pezzali-sull-astronave-si-osserva-meglio-zejfoL’opening track è molto deludente: E’ Venerdì sembra una brutta copia nata dalla fusione dei riff acustici di Torno Subito e dal tema di Chiuso In Una Scatola: testo banale e melodia scontata ovviamente hanno portato il brano (pessimo singolo di lancio) al disastro e al mancato traino dell’album, ma solo pensare di lanciare un brano così insipido come singolo apripista di un CD è una scelta a dir poco suicida.

Le cose migliorano un pò con La Prima In Basso: anche qui i temi sono quelli un pò triti e ritriti (la strada metafora della vita, il tornare in sella dopo una caduta) e sembra un pò di risentire Un Giorno Così, ma la forza del pezzo sta nel ritornello che risolleva il brano, nonostante pure qui aleggi l’aria del già sentito (il brano suona anche molto del periodo Timeout…). Poi chiaro ascoltandolo dopo E’ Venerdì, sembra un pezzone…

Più elettronica la successiva Superstar, brano che richiama musicalmente La Regina Del Celebrità ma che racconta il mondo di una cameriera, ammirata da tutti ma che non dà confidenza a nessuno, brano che piace alla distanza, ma dal ritornello un pò debole.

Finora l’album non decolla e non la fa di certo con Sopravviverai: secondo singolo estratto e altro singolo sbagliato, purtroppo. Pezzo decisamente migliore di E’ Venerdì, ma anche qui siamo nel campo del già sentito tra Me La Caverò e Terraferma, testo non brillante ma un arrangiamento pop abbastanza curato.

I fiori nel deserto è la prima vera ballad del brano: non ha la forza trainante dei lenti storici di Max nè il sound un pò ruffiano de “L’Universo Tranne Noi”, è una traccia che si ricollega come tema alla precedente ed è dedicata alla nuova compagna di Max e parla della rinascita dopo un periodo negativo, testo interessante ma arrangiamento un pò fiacco e lontano dal top di alcune sue ballad del passato.

Col senno di poi è una canzone pop anni ’90 e racconta dell’incontro casuale di Max con una sua ex, non sarà mai un singolo ma come album track ci sta e max-pezzali-nuovo-albumrichiama molto alcuni brani degli 883. Si passa poi a Niente di grave ritmo molto soft per un pezzo dedicato al figlio Hilo, testo interessante per uno dei pezzi migliori dell’album. Generazioni poteva essere la Nella Notte del 2015 ma l’arrangiamento che soffoca la voce di Max soprattutto nella prima parte rovina la canzone che racconta di un Max che osserva da “padre” i ragazzi più giovani durante una serata in discoteca: il testo meritava un accompagnamento migliore. Si passa aa Astronave Madre un pezzo elettronico in cui Max  racconta del centro commerciale, dei nuovi luoghi/non luoghi di aggregazione/disgregazione della società. Il brano vorrebbe ricreare le atmosfere descrittive di molti pezzi degli 883 ma fallisce in parte nel suo intento, dopo un pò (complice un cantato troppo piatto) stufa. Meglio Fallo Tu che ricrea il sound dei primi 883 (drum machine ed elettronica 80’s) e le tematiche care al primo Max con un buon successo. Anche Come Bonnie e Clyde è un bel salto nel passato (La Radio A 1000 Watt ad esempio?) con un paragone di una coppia dei tempi di quando Max era ragazzo con una di oggi, pezzo promosso e potenziale ottimo singolo o brano da suonare in tour.

Ogni giorno una canzone è un pezzo in pieno stile Max Pezzali, ma non all’altezza dei lenti del passato, un buon riempitivo dopo un paio di canzoni veloci, giusto per variare il ritmo del disco. Il treno parla delle occasioni perse della vita: il testo è valido ma le sonorità alla Time Out (anzi pure con un maggior uso di autotune) penalizzano il brano che poteva essere uno dei più interessanti del CD. Si chiude con la versione strumentale di Astronave Madre aggiunta perché Max non voleva chiudere un CD con 13 pezzi… ah potere della scaramanzia!

In definitiva, l’Astronave Madre fallisce in buona parte il contatto con la terra: dopo 4 anni passati a fare cassa con raccolte di successi o ristampe e tour sold-out ci si aspettava qualcosa di meglio: Terraferma (il predecessore) appare come un disco decisamente migliore, qui invece abbiamo troppe canzoni che sanno di già sentito, l’album forse paga pegno al fatto che Max si ostina a distanza di 30 anni a lavorare più o meno sempre con lo stesso team di produttori, ciò non può che portare quell’aria un pò di stantio che circola nel CD. Altro difetto dell’album è la totale mancanza di un pezzo forte, di una hit che faccia da traino (Time Out aveva Torno Subito e Sei Fantastica, Terraferma il sanremese Il Mio Secondo Tempo, ad esempio). L’album convince quando Max mette da parte un pò la melassa di alcuni pezzi lenti e il pop più cantautorale per gettarsi in quello che sa fare meglio: descrivere le situazioni comuni a tanti con occhio disincantato ed ironico: Fallo Tu e Bonnie Clyde sono lì ad indicare la rotta che doveva prendere l’astronave. Certo poi anche pezzi come Fiori Nel Deserto ci stanno e Max sa farli bene ma 3-4 canzoni valide su 13 sono poche, peccato!

Giudizio: 5/10

Da scaricare: Fallo Tu, Bonnie Clyde.

(Andrea Dasso)

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