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Rosy Bindi, contestata oggi all’assemblea nazionale del PD per non aver messo ai voti il documento “Concia” nel quale si proponeva l’equiparazione del matrimonio omosessuale a quello civile, ha così spiegato il suo modo di operare in un’intervista a TGCOM24: “Il PD ha approvato un documento che fa un grandissimo passo avanti sui diritti civili, un documento che é stato redatto da laici e cattolici e quindi dalle diverse anime del PD. Hanno votato contro solo 37 persone su mille”.

La Bindi parla di “personalismi e protagonismo dei distinguo” verso coloro che hanno restituito la tessera del partito a Bersani in segno di protesta. La presidente del PD spiega anche che il documento “Concia” non poteva andare ai voti in quanto il regolamento prevede di non ammettere ai voti documenti che siano contrari a quanto già approvato dall’assemblea.

Non si placano le polemiche e Enrico Fusco, uno di coloro che hanno restituito la tessera, spiega, sempre a Tgcom24, che il documento Bindi approvato oggi non dice una parola chiara su come verranno regolamentate le coppie omossessuali. “Ancora una volta si tratta di un documento che non giunge al dunque e non fa chiarezza”, si sfoga Fusco che aggiunge come la Bindi “abbia difficoltà ad affrontare con chiarezza la questione delle coppie gay”. Infine Fusco suggerisce alla Bindi di andarsene all’UDC dove troverà più serenità e vicinanza alle sue posizioni.

(SP)

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