Antoine Bauza è un autore di giochi da tavolo divenuto famoso per aver prima creato 7 Wonders, un titolo capace di riscuotere enorme successo in tutto il mondo, e poi per averlo trasformato in una versione per due giocatori, 7 Wonders Duel. Non soddisfatto ha voluto però rilanciare quella che sarà la sua eredità ludica con un nuovo titolo della saga: 7 Wonders Architects.
Indipendente dagli altri giochi della saga, questo stand alone permette partite da due a sette giocatori abbastanza veloci, non si supera praticamente mai la mezz’oretta di sessione, per un’età che va dagli otto anni in su. Una scelta che permette così di ampliare il bacino di utenza limando e semplificando alcuni meccanismi di gioco ma lasciando che le atmosfere restino sempre le stesse.
Ogni giocatore dovrà riuscire a realizzare la meraviglia della propria civiltà al fine di lasciare un chiaro lascito di potenza e grandezza ai posteri. Per riuscirci lo scopo ultimo sarà quello di ottenere fama e potere che lo renderanno immortale. A livello di gioco vuol dire che quando uno dei partecipanti completerà la propria meraviglia, la sessione terminerà e sarà necessario contare i punti vittoria al fine di decretare il vincitore. Se da un lato terminare la propria meraviglia permette di ottenere un buon bottino in termini di punteggio, non è detto però che questo assicuri la vittoria finale.
I fan che si avvicinano per la prima volta a 7 Wonders Architects potrebbero storcere un po’ il naso nel timore di dover fare un difficile raffronto con il titolo da cui l’intera saga è derivata. Ma quest’ultima fatica di Bauza si presenta con un forte carisma che lo renderà facilmente apprezzato anche ai più esigenti appassionati. Merito non solo della struttura del gioco, delle dinamiche snelle ma non per questo banali, ma anche di una attenzione particolare nella realizzazione del prodotto fisico: la grafica è piacevole e aggraziata, i materiali ottimi e solidi, inoltre il fatto che sia stata pensata anche una attenta procedura di archiviazione dei singoli componenti attraverso appositi contenitori che servono a separare token e carte civiltà a seconda della popolazione, rendendo immediato sia il setup iniziale che lo smontaggio finale: una chicca che non si trova spesso nei giochi da tavolo.
Ognuna delle sette civiltà presenti -Alessandria, Efeso, Babilonia, Rodi, Alicarnasso, Olimpia e Giza- hanno un mazzo di carte personalizzato, con alcune differenze a distinguerlo dalle altre civiltà, e una meraviglia che potrà conferire poteri speciali -maggior punti vittoria, punti scudo, bonus da sfruttare-. Ogni singolo elemento di ciascuna meraviglia, cinque i componenti per ciascuna di esse, potrà essere costruito tramite l’impiego di risorse. Se nel gioco originale era importante utilizzare un certo tipo di risorsa, qui quello che conta è solo se siano tra loro uguali o meno, soddisfacendo la richiesta specifica del componente da realizzare.
L’interazione è presente anche se non particolarmente incidente: in particolare nella fase di pesca, quando il giocatore potrà decidere se prendere una carta dal proprio mazzo o da quello della civiltà alla sua destra, entrambi posti a faccia in su, oppure tentare la sorte prendendo una carta coperta dal mazzo centrale. Anche gli scontri armati potranno essere elementi di fastidio: quando si arriva alla fase delle guerra, il giocatore che attacca dovrà raffrontare le sue armate con quelle degli avversari seduti alla sua destra e alla sua sinistra e, per ogni vittoria, acquisire tre punti guerra.
Se le regole sono più semplici della versione originale del gioco e se la strategia da attuare è meno articolata, è meglio non sottovalutare 7 Wonders Architects perché anche qui le mosse vanno studiate con attenzione e sbagliare una scelta può essere determinante per la sconfitta. La presenza e la gestione del token gatto, che darà due punti al giocatore che lo deterrà al termine della partita, è utile perché consente di spiare segretamente la prima carta del mazzo coperto.
Le carte che si possono pescare sono di diverso tipo: quelle grigie per le risorse, quelle gialle per il denaro -di fatto un jolly-, quelle verdi per la scienza -che fornisce bonus durante la partita-, quelle blu per i punti vittoria e quelle rosse per gli scontri armati.
Una nota di merito va fatta alla sensibilità e all’attenzione che è stata rivolta ai giocatori in maniera da ampliare il più possibile il target di riferimento: se da una parte la semplificazione delle regole ha permesso di abbassare l’età minima, dall’altra per aiutare i daltonici nel distinguere le tipologie di carte sono stati utilizzati anche dei simboli.
Titolo: 7 Wonders Architects
Editore: Asmodee
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