Proprio in queste ultime ore è stata pubblicata la notizia secondo cui alcuni recenti calcoli effettuati da esperti del settore confermerebbero l’esistenza di quello che un tempo era stato nominato Planet X, ora declassato a nono pianeta dopo che Plutone ha perso il proprio status nel 2006, un corpo celeste ancora non individuato che orbiterebbe alle estremità del Sistema Solare. Si tratta di una ipotesi che non sconvolge neanche troppo gli appassionati di astronomia che già ne avevano sentito parlare negli ultimi decenni e che non risulta neanche così “originale”.
Basti pensare che quando venne scoperto Urano, gli astronomi rimasero stupidi della sua orbita che non coincideva con quella derivata dai calcoli teorici fatti. Questa discrepanza aveva consentito di ipotizzare l’esistenza di un ulteriore corpo celeste che ne influenzasse la traiettoria, successivamente concretizzatosi con l’individuazione di Nettuno. Ancora oggi però alcuni calcoli suggeriscono che un ulteriore corpo celeste potrebbe viaggiare nelle profondità siderali e, con la sua forza gravitazionale, influenzare le traiettorie dei pianeti più esterni. Secondo i recenti studi potrebbe trattarsi di un pianeta roccioso con una massa pari a cinque volte quella terrestre.
L’argomento è quanto mai affascinante ed in parte viene affrontato da Luca Nardi all’interno della sua ultima fatica: Pianeti mancanti – Da Plutone a Planet Nine, gli astri erranti nascosti nell’oscurità, edito sotto il marchio di Edizioni Dedalo all’interno della collana ScienzaFacile. Si tratta di un libro in cui si racconta della caccia ai pianeti, in un lavoro che talvolta porta a buoni risultati con nuove scoperte, altre volte nega ipotesi credibili o in certe occasioni addirittura arriva a confermare la non esistenza di alcuni corpi celesti che per qualche motivo erano stati immaginati. È il caso dell’anti-Terra, un ipotetico pianeta che in passato si credeva esistere sulla stessa orbita del mondo su cui l’uomo si è evoluto ma posizionato diametralmente opposto rispetto al Sole, tanto da renderlo invisibile all’occhio degli astronomi del passato. Diverso è l’esempio della fascia di asteroidi individuata tra Marte e Giove. Alcuni avevano ipotizzato che questa fosse stata generata da qualche evento catastrofico interno o esterno a un pianeta che si distrusse disgregandosi completamente; oggi si è propensi a credere che si tratti di un pianeta mancato dove la forza gravitazionale del vicino gigante gassoso non ha permesso la fusione dei diversi nuclei asteroidali che unendosi avrebbero successivamente portato a pulire l’intera orbita e alla formazione di un corpo roccioso analogo a Venere o Terra.
Pianeti mancanti – Da Plutone a Planet Nine, gli astri erranti nascosti nell’oscurità è una lettura scorrevole e facile da affrontare sia per merito della scrittura lineare e semplice dell’autore, sia per l’assenza di particolari tecnicismi che non avrebbero reso accessibile a tutti i contenuti. Inoltre la sottile ironia ogni tanto presente tra le righe del testo dà maggior frizzantezza alla lettura, mentre la presenza dei qr code su alcune pagine sono un utile strumento per approfondire attraverso lo smartphone alcuni degli argomenti che vengono trattati nei diversi capitoli che compongono il volume.
Titolo: Pianeti mancanti – Da Plutone a Planet Nine, gli astri erranti nascosti nell’oscurità
Autore: Luca Nardi
Editore: Edizioni Dedalo
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