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Tra ritorni storici, proiezioni speciali dalle tematiche più svariate emerge in questo Dicembre una pellicola in particolare che da anni è per la nostra penisola e non solo è “il” film di Natale; sto parlando di “Una poltrona per due”, “Trading places” nel titolo originale.

La commedia con la regia di John Landis e con protagonisti gli iconici Dan Aykroyd ed Eddie Murphy riesce ad essere ancora oggi graffiante ed attuale nel messaggio che vuole portare.

Louis Winthorpe III (Dan Aykroyd) è l’immagine del giovane rampollo di buona famiglia, altezzoso e cresciuto in una dimensione agiata; la sua controparte è Billy Ray Valentine (Eddie Murphy) che invece rappresenta il ceto sociale più umile che vive nella miseria e nella speranza giornaliera di qualche elemosina. Un incontro casuale tra i due, o meglio uno scontro del destino li porterà involontariamente a scambiarsi le rispettive vite, complice una scommessa “scientifica” messa in atto dagli avidi fratelli Duke (interpretati da Ralph Bellamy e Don Ameche).

Si tratta di una rilettura in chiave e salsa anni ‘80 della storia di Mark Twain “Il principe e il povero” dove però i due protagonisti non hanno caratteristiche somatiche simili come i personaggi originari ma sono anche fisicamente quasi agli antipodi tra di loro.

Ho letto di recente qualche articolo che contestava la proiezione del film per l’uso della N-word quando invece ritengo non sia utilizzata a caso ma abbia una funzione specifica. Dobbiamo innanzitutto tenere conto del periodo storico nel quale è stato realizzato il film (parliamo di 41 anni fa) e poi anche dei personaggi che la utilizzano, sono i borghesi che la usano, il fratello Mortimer specialmente che si dimostra fin dal primo dialogo razzista e classista. L’ N-word diventa quindi parte del suo linguaggio (becero e di pessimo gusto) però parte di un personaggio già dalla prima inquadratura odioso e quindi il linguaggio diventa anche specchio del suo animo che è arido e arretrato. Allo stesso modo la figura di Ofelia (interpretata da una giovane Jamie Lee Curtis) è l’immagine di una donna che sebbene come professione eserciti il mestiere più antico del mondo ovvero quello di cortigiana, riesce ad essere comunque una donna indipendente e con le idee chiare. Una precorritrice di quella che sarà Vivien in Pretty Woman negli anni ‘90.

Passiamo alla qualità visiva della pellicola e al suono, ho apprezzato moltissimo come le immagini siano nitide e pulite e come la stessa cura sia stata affidata all’audio, tematica che so essere molto cara a Landis, tanto che nel 2016 quando venne alla mostra del cinema di Venezia per presentare il suo videoclip “Thriller” in 3D (impossibile dimenticare il celebre brano di Michael Jackson) fu uno dei primi ad avvalersi della tecnologia Dolby Atmos al Lido e ne parlò in modo diffuso.

“Una poltrona per due” è un film considerato come pietra miliare durante il periodo natalizio, anche se potrebbe essere visto in qualunque momento dell’anno perché come il racconto dal quale ha origine porta un messaggio che prima di tutto è quello dell’empatia, del mettersi nei panni dell’altro e dimostra come questo porti sempre ad imparare qualcosa in positivo e in negativo per riuscire anche a migliorarsi come persone e di questo tutti nel profondo ne abbiamo bisogno, perché non si finisce mai di imparare e di migliorare.

Messua Mazzetto

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