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Il 30 aprile 2020 è una data importante per il movimento sindacale italiano, compie infatti 70 anni la CISL (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori), nata il 30 aprile 1950 durante un congresso al Teatro Adriano di Roma in cui la Libera CGIL (nata nel 1948 dalla scissione dalla CGIL della corrente cristiana) e la dirigenza della FIL (sindacato di area laica e riformista fuoriuscito anch’esso dalla CGIL) si unirono per creare un sindacato che fosse apartitico e aconfessionale, scegliendo come primo segretario Giulio Pastore.

Nel corso degli anni la CISL (che al 2018 contava poco più di 4 milioni di iscritti) si è articolata in un gran numero di federazioni che coinvolgono la totalità del settore produttivo, compresi i lavoratori atipici tanto cresciuti negli ultimi anni e rappresentati nella FELSA CISL, e i pensionati dell’FNP (Federazione Nazionale Pensionati), oltre ad offrire servizi alla collettività con il patronato INAS e il Centro di Assistenza Fiscale e collaborando con diverse associazioni come ANOLF (servizi destinati prevalentemente agli stranieri), SICET (associazioni degli inquilini) ed ADICONSUM (associazione tutela consumatori e ambiente).

Come sottolineato da una lettera scritta dal Segretario Generale Anna Maria Furlan e diffusa attraverso il sito ufficiale del Sindacato “La Cisl ha contribuito a costruire l’Italia democratica, rifiutando la demagogia, l’antagonismo sterile ed il populismo ma cercando sempre di coniugare gli interessi dei lavoratori con quelli generali del Paese”.

Ma la CISL, nonostante la ricorrenza, non guarda solo al passato: tante sfide attendono il sindacato nell’immediato futuro soprattutto dopo l’emergenza sanitaria e, come sottolinea ancora Furlan “bisognerà siglare accordi innovativi con le aziende per cambiare radicalmente il modo di produrre, riorganizzare il lavoro e gli orari, diffondere lo smart working, utilizzare le nuove tecnologie in tutti i settori per salvaguardare la salute delle persone, senza danneggiare la qualità e la produttività”.

 

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